Rapporto Clusit sulla sicurezza ICT: il 2016 un anno difficile per l’Italia

Il Rapporto Clusit 2017 sulla sicurezza ICT in Italia rivela che il 2016 è stato l’anno peggiore per il Cybercrime.  Il Rapporto è frutto del lavoro di un centinaio di esperti e della collaborazione di un gran numero di soggetti pubblici e privati che hanno condiviso con Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, informazioni e dati di prima mano e le proprie esperienze sul campo.

Lo Studio rivela che la guerra della comunicazione è cresciuta del 117% e gli attacchi di phishing e social engineering hanno fatto +1.166%. Nel 2016 sono stati 1.050 gli incidenti noti classificati come gravi, quindi con conseguenze pesanti per le vittime in termini di danno economico, reputazione e diffusione di dati sensibili.

In particolare, gli attacchi per finalità di cybercrime sono in aumento del 9,8%, mentre crescono quelli riferibili ad attività di Cyber Warfare (+117%). Appaiono invece in lieve calo gli attacchi con finalità di Cyber Spionaggio (-8%) e Hacktivism (-23%). Cybercrime e Cyber Warfare hanno fatto dunque registrare il numero di attacchi più elevato degli ultimi 6 anni.

I settori più colpiti a livello globale sono la Sanità (+102%), la grande distribuzione (+70%) e il settore Banking/Finance (+64%). Settori questi più sensibili a sborsare somme di denaro per tornare alla normalità, quando vengono attaccati da virus che limitano l’accesso al dispositivo e serve un riscatto per liberarlo.

In generale, la somma delle tecniche di attacco più banali rappresenta il 56% del totale, dato che evidenzia la facilità di azione dei cybercriminali e la possibilità di compiere attacchi con pochi mezzi a costi bassi.

In Italia la situazione è preoccupante poiché siamo tra i dieci paesi più colpiti per gravità e numero di vittime.

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