Internet of Things, il nuovo studio internazionale pubblicato da Aruba

Lo studio internazionale The Internet of Things: Today and Tomorrow pubblicato da Aruba rivela che la IoT sarà presto diffusa su ampia scala, visto che l’85% delle aziende a livello globale e il 92% in Italia intende implementarla entro il 2019, motivate dall’esigenza di innovazione ed efficienza del business.

I 3.100 decision maker di 20 Paesi intervistati per comprendere lo stato attuale dell’IoT hanno dichiarato di sapere cosa sia l’IoT (98% nel mondo, 99% in Italia), ma non sanno esattamente che cosa potrebbe significare per la propria attività professionale.

L’esperto di tecnologia Kevin Ashton, colui che ha creato il termine “Internet of Things”  afferma che “IoT significa sensori connessi a Internet, che si comportano in modo simile a Internet creando connessioni ad hoc aperte, condividendo liberamente i dati e permettendo di realizzare applicazioni inaspettate in modo che i computer possano comprendere il mondo che li circonda e diventare il sistema nervoso dell’umanità”.

Inoltre, Ashton ha scoperto che i benefici concreti generati dall’IoT hanno anche superato le aspettative originali.  Per esempio, solo il 16% dei business leader aveva previsto ampi ricavi dagli investimenti IoT, invece l’aumento dei ricavi è stato registrato dal 32% degli executive. Allo stesso modo i miglioramenti nell’efficienza del business, attesi solo dal 29% degli executive, in realtà hanno superato le attese e sono stati sperimentati dal 46%. Non sorprende dunque che le aziende stiano cercando, sempre di più, di adottare soluzioni IoT entro il 2019.

La ricerca di Aruba rivela livelli variabili di maturità IoT a seconda dei comparti produttivi. I seguenti cinque settori verticali sono leader nell’adozione della Internet of Things e hanno ottenuto vantaggi di business tangibili.

Le aziende creano uno smart workplace per incrementare produttività ed efficienza

Il 72% delle aziende ha introdotto dispositivi nei luoghi di lavoro, ad es. la gestione remota del condizionamento e dell’illuminazione degli edifici, tanto che il 78% afferma che l’introduzione dell’IoT nel luogo di lavoro ha migliorato l’efficacia del team IT e il 75% ha registrato un aumento della redditività.

Il settore industriale aumenta la visibilità e l’efficienza di business

Più di sei intervistati su dieci (62%) nel comparto industriale hanno già implementato la IoT. L’impiego della Internet of Things per monitorare e mantenere funzioni industriali essenziali è stato identificato come il caso di utilizzo dal più forte impatto nel settore. Non è un caso che la richiesta di adozione di telecamere di sorveglianza IP stia crescendo. L’83% riporta inoltre un aumento dell’efficienza del business.

La sanità introduce l’IoT per migliorare il monitoraggio dei pazienti

Il 60% degli operatori della sanità di tutto il mondo ha introdotto dispositivi IoT nelle proprie strutture. Otto rispondenti su dieci riportano un incremento dell’innovazione e un altro 73% registra risparmi sui costi.

I retailer coinvolgono i clienti e aumentano le vendite

Solo il 49% dei retailer si avvale di tecnologia IoT, ma l’81% di essi registra un miglioramento della customer experience, che crea un forte impatto sulla fidelizzazione dei clienti. I servizi location-based che forniscono ai clienti offerte personalizzate e informazioni sui prodotti all’interno del punto vendita, sono stati considerati l’implementazione numero uno dell’IoT a fianco di monitoraggio e manutenzione.

La pubblica amministrazione riesce a ridurre i costi, nonostante sia in ritardo sulla tecnologia IoT

Quello della PA è il settore più lento nell’adozione della IoT, con solo il 42% dei comuni che ha implementato dispositivi e sensori IoT. Un terzo (35%) dei decision maker IT sostiene che i rispettivi executive capiscono poco o nulla dell’IT, il doppio della media globale. Sette enti pubblici su dieci fra quelli che hanno adottato la IoT registrano comunque risparmi sui costi e una superiore visibilità organizzativa.

Lo Studio, nonostante evidenzi molti aspetti positivi dell’IoT, mostra anche una serie di ostacoli alla sua applicazione. Primo fra tutti, il problema della sicurezza, poiché la connessione di migliaia di dispositivi alle reti business esistenti ha già provocato violazioni di sicurezza nella maggior parte delle aziende (84% di aziende mondiali e 81% di aziende in Italia hanno subito una violazione di sicurezza a causa dell’IoT).

Sono stati evidenziati anche problemi legati ai costi di implementazione (per il 50% globalmente e il 39% in Italia), la manutenzione (rispettivamente 44% e 40%) e l’integrazione delle tecnologie legacy (per il 43% a livello mondiale e il 21% in Italia).

In ogni caso una strategia olistica per la sicurezza IoT basata su solidi controlli sugli accessi alla rete e su un’altrettanta robusta gestione delle policy potrà proteggere le aziende e semplificare l’approccio alla sicurezza per l’IT.

Rapporto Clusit sulla sicurezza ICT: il 2016 un anno difficile per l’Italia

Il Rapporto Clusit 2017 sulla sicurezza ICT in Italia rivela che il 2016 è stato l’anno peggiore per il Cybercrime.  Il Rapporto è frutto del lavoro di un centinaio di esperti e della collaborazione di un gran numero di soggetti pubblici e privati che hanno condiviso con Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, informazioni e dati di prima mano e le proprie esperienze sul campo.

Lo Studio rivela che la guerra della comunicazione è cresciuta del 117% e gli attacchi di phishing e social engineering hanno fatto +1.166%. Nel 2016 sono stati 1.050 gli incidenti noti classificati come gravi, quindi con conseguenze pesanti per le vittime in termini di danno economico, reputazione e diffusione di dati sensibili.

In particolare, gli attacchi per finalità di cybercrime sono in aumento del 9,8%, mentre crescono quelli riferibili ad attività di Cyber Warfare (+117%). Appaiono invece in lieve calo gli attacchi con finalità di Cyber Spionaggio (-8%) e Hacktivism (-23%). Cybercrime e Cyber Warfare hanno fatto dunque registrare il numero di attacchi più elevato degli ultimi 6 anni.

I settori più colpiti a livello globale sono la Sanità (+102%), la grande distribuzione (+70%) e il settore Banking/Finance (+64%). Settori questi più sensibili a sborsare somme di denaro per tornare alla normalità, quando vengono attaccati da virus che limitano l’accesso al dispositivo e serve un riscatto per liberarlo.

In generale, la somma delle tecniche di attacco più banali rappresenta il 56% del totale, dato che evidenzia la facilità di azione dei cybercriminali e la possibilità di compiere attacchi con pochi mezzi a costi bassi.

In Italia la situazione è preoccupante poiché siamo tra i dieci paesi più colpiti per gravità e numero di vittime.

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Le medie imprese sempre più coinvolte nella digital transformation

Le aziende europee di medie dimensioni hanno registrato nel 2016 una crescita media del 16,5%, questo è quanto è emerso da una ricerca di Coleman Parkes. Una crescita certamente non priva di ostacoli per le medie aziende, poiché implica una serie di cambiamenti nella struttura aziendale, con una gestione più complessa a livello normativo.

Le medie aziende hanno però le idee chiare su ciò che potrebbe essere utile per superare le difficoltà: l’innovazione tecnologica. L’adozione di tecnologie digitali per implementare il business rappresenta un grande valore per le medie aziende, così come l’innovazione tecnologica nei processi aziendali e non ultimo un piano strategico digitale a lungo termine.

Per le medie imprese la difficoltà principale risiede nella scelta delle tecnologie adatte a sviluppare i loro obiettivi. Quali dunque i passi da compiere per una media azienda?

Senza dubbio le aziende per crescere dovrebbero concentrarsi sulle tecnologie che permettono l’automazione dei flussi di lavoro, per migliorare l’integrazione e la condivisione delle informazioni, oltre che la creazione di una smart collaboration e communication per essere più competitivi sul mercato.

Proprio per questo, DSC ha adottato nel proprio portafoglio prodotti tecnologie in grado di sviluppare e gestire la comunicazione completamente integrata nella struttura aziendale, soluzioni ideali per le piccole e medie imprese. Per maggiori info clicca qui.

 

Come proteggersi da attacchi informatici: lo rivela il Report 2017 di Cisco

Il Report annuale 2017 di Cisco sulla Cybersecurity evidenzia che le aziende che hanno subito violazioni a livello informatico hanno poi avuto conseguenze negative sul business, registrando perdite per il 20%.

I limiti che rendono vulnerabili le aziende e poco protette da attacchi risiedono principalmente nell’allocazione di budget limitati per la gestione della sicurezza, l’utilizzo di sistemi poco efficaci e talvolta l’uso di più prodotti di protezione, che può essere controproducente per l’intero sistema di sicurezza aziendale.

Questi i numeri del Report stilato da Cisco che rivela:

  • il 22% delle aziende ha perso clienti – il 40% ha perso oltre il 20% dei propri clienti
  • il 29% delle aziende ha perso fatturato – il 38% ha subito perdite per oltre il 20%
  • l 23% delle aziende  ha perso delle opportunità di business – il 42% ha preso oltre il 20%

L’area aziendale più colpita è solitamente quella della Operation & Finance, con conseguenze negative sia sull’immagine aziendale sia sulla fidelizzazione dei clienti.

Il rapporto consiglia inoltre quali possono essere gli step fondamentali per proteggere l’azienda e quindi il  business:

  • la sicurezza deve essere considerata  un voce fondamentale nel budget di un’azienda
  • controllare i criteri di sicurezza, i punti di accesso a sistemi di rete e applicazioni
  • fare test per migliorare i criteri di sicurezza
  • ridurre il tempo di rilevamento degli attacchi ed essere in grado di bloccarli in tempi stretti

Per risolvere il problema della sicurezza in azienda, DSC propone il servizio NethSecurity, un sistema per gestire la sicurezza aziendale da virus o attacchi di hacker, controlla gli accessi a siti indesiderati, permette la creazione di VPN con utenti mobili o uffici remoti ed è dotato di un sistema di controllo degli accessi ad internet e monitoraggio delle connessioni. Per maggiori informazioni CLICCA QUI

DSC partner di Nethesis

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DSC è partner di Nethesis per la vendita di soluzioni open source per la comunicazione aziendale. Nethesis, offre infatti prodotti per risolvere ogni necessità di comunicazione all’interno dell’azienda, proponendo un modo di comunicare unificato ed integrato.

DSC vuole proporre con Nethesis prodotti all’avanguardia in termini di sicurezza delle reti informatiche, servizi internet, comunicazione e collaborazione unificata, telefonia VoIP, virtualizzazione dei sistemi.

DSC ha scelto i prodotti Nethesis che meglio si sposano con le competenze e le attività già in essere in DSC per offrire ai clienti una consulenza ed un servizio completo: dall’analisi delle esigenze alla ricerca delle soluzioni, dalla fornitura all’assistenza.

I prodotti della suite Nethesis che DSC propone, NethService, NetSecurity, NethTop e NethVoice, rappresentano soluzioni e servizi calibrati per il mercato delle imprese e dei professionisti che desiderano stare al passo con i tempi e avere una comunicazione smart sempre e ovunque.

 

Alternanza Scuola Lavoro: DSC incontra gli informatici dell’ISIS Facchinetti

DSC FacchinettiIeri 19 Maggio abbiamo incontrato in azienda un gruppo di studenti del quinto anno di informatica dell’ISIS Facchinetti di Castellanza, guidati dal prof. Paolo Macchi.

Obbiettivo dell’incontro, che si inserisce nel percorso Alternanza Scuola Lavoro, era quello di far conoscere la nostra esperienza nel settore e soprattutto mostrare il nostro nuovo Data Center sia come funzionalità sia come “caso di studio” per tutta la parte progettuale e realizzativa.

Ne è scaturito un momento formativo molto interessante, che ha lasciato soddisfatti sia noi che gli studenti. Pensiamo sia una esperienza sicuramente da ripetere ed estendere, riteniamo infatti che il confronto azienda-scuola debba essere parte integrante della formazione scolastica.

Roberto Albè


Nel seguito riportiamo le osservazioni inviate dal prof. Macchi, che oltre ai ringraziamenti, riassume brevemente l’incontro:

“L’incontro si svolto in un clima produttivo di ospitalità e cordialità. La prima parte della mattinata è stata dedicata a una “tavola rotonda” in cui si sono alternati il responsabile del centro, Roberto Albè, e il dott. Marco Mezzaro e Luca Garavaglia, sistemisti responsabili della parte tecnica.

In particolare il sig. Albè, dopo la presentazione aziendale, ha toccato il tema cardine dell’incontro: la gestione del Data Center aziendale, le sue caratteristiche e le opportunità che offre ai clienti.

Marco Mezzaro ha poi tenuto una lezione sulle opportunità offerte dai Servizi Cloud e si è soffermato a discutere con gli studenti, dei dettagli tecnici relativi alla virtualizzazione delle risorse e al loro sfruttamento in termini di efficienza e risparmio.

Il dibattito ha toccato numerosi punti, tra cui, la fornitura dei servizi, le infrastrutture e la disponibilità di banda, il risparmio energetico.

La seconda parte si è svolta direttamente all’interno del Data Center dove gli studenti hanno potuto, letteralmente, toccare con mano gli apparati di elaborazione e di networking e rendersi conto dei problemi concreti legati alla sicurezza.

Interessante è anche stata la dimostrazione “live” dell’accensione del gruppo elettrogeno che garantisce la continuità elettrica del servizio all’intero Data Center.”

In serata l’articolo è stato pubblicato anche da Legnanonews

https://www.legnanonews.com/news/8/59101/dsc_incontra_gli_informatici_dell_isis_facchinetti

Windows 10 inizia a convincere molte imprese

Nelle scorse settimane Microsoft ha deciso di accelerare l’adozione di Windows 10, che sta cominciando a diffondersi presso le imprese, avviando una politica di sviluppo partendo dai processori Intel Core della sesta generazione Skylake.

Questa novità non significherà abbandonare fin da subito Windows 7 e 8.1, i due sistemi operativi continueranno ad essere aggiornati rispettivamente fino a gennaio 2020 e gennaio 2023, ma saranno supportati solo per le piattaforme hardware con meno performance (pre-Skylake) e per un insieme ben definito di PC con Skylake. Per i processori post-Skylake ci sarà solo Windows 10; non solo processori Intel, ma anche AMD e Qualcomm.

Il 29 luglio scorso Microsoft ha reso disponibile Windows 10 gratuitamente agli utenti Windows 7 e 8: ComputerWorld prevede che più di 350 milioni di PC si aggiorneranno entro un anno. Microsoft ha deciso di creare una lista di Skylake PC che funzioneranno con Windows 7 e 8.1 per un periodo di diciotto mesi, fino a luglio 2017.

Questa nuova politica di Microsoft soddisfa appieno i suoi partner, che nei prossimi anni non dovranno più sviluppare aggiornamenti software per versioni di Windows ormai datate.

Molti anno visto in questo sistema operativo la versione finale di Windows, che diventa così un servizio e non più un prodotto.

DSC sperimenta Openstack all’interno del proprio Data Center

The_OpenStack_logo.svgOpenstack è un progetto IaaS Cloud Computing Opensource, rilasciato sotto licenza Apache, che integra codice rilasciato da Nasa, progetto Nebula e Rackspace.
L’architettura di Openstack è suddivisa in diversi moduli, ognuno con le proprie funzionalità. Il modulo principale è Nova e gestisce il ruolo di Cloud Controller. E’ stato progettato per essere scalabile orizzontalmente, hardware independant, garantendo una flessibilità ottimale al crescere dell’infrastruttura. E’ responsabile della gestione automatica delle risorse, organizzate in pool, e funziona sulle più diffuse tecnologie di virtualizzazione (KVM, VMware, XenServer).
Altri importanti moduli che vanno a formare l’infrastruttura Cloud sono Cinder, per il provisioning delle immagini, Swift che eroga il servizio di Object Storage, Keystone per il servizio di autenticazione e Glance responsabile dello storage di volumi LVM. Il networking in Openstack è gestito dal modulo Neutron, responsabile della centralizzazione delle operazioni di creazione, gestione e funzionamento di tutta la rete interna al cloud.
Con Openstack è possibile creare infrastrutture dedicate, separate e protette che erogano risorse computazionali e di storage garantendo un’alta flessibilità e scalabilità secondo le necessità del cliente.
La sicurezza è garantita attraverso meccanismi di autenticazione e l’accesso alle risorse è protetto attraverso il protocollo HTTPS.

DSC, da anni, apprezza la qualità dei prodotti Eset. Il virus Filecoder scoperto da Eset.

untitledDa inizio gennaio un nuovo virus ha colpito i sistemi operativi di molti italiani. Si tratta di una variante di Filecoder: Win32/Filecoder.NFR, che sotto mentite spoglie, finge infatti di essere il file necessario per eseguire il browser di Google Chrome, prende possesso della macchina.

Il virus fa parte della tipologia ransomware, cioè un tipo di malware in grado di prendere in ostaggio il pc e autoconfigurarsi ad ogni avvio del sistema.

In questo modo, i pirati informatici possono decidere cosa colpire nel pc dell’utente, inviare messaggi intimidatori e chiedere poi un riscatto in bitcoin.

A scoprire questo virus un’azienda slovacca, Eset, che sviluppa soluzioni di sicurezza altamente performanti.

Da anni DSC vende l’antivirus di Eset Nod32 per garantire ai suoi clienti qualità, sicurezza ed elevate prestazioni, senza appesantire le prestazioni del computer.

La squadra DSC

IMG_5797Un team di professionisti, tutti DSC, si sono ritrovati a cena per scambiarsi idee e per chiudere in un clima festante un anno ricco di impegni, soddisfazioni e tantissime novità.

Una squadra che lavora insieme ogni giorno per trovare sempre soluzioni nuove, che migliorano l’attività quotidiana di tutte le aziende e strutture che utilizzano i servizi DSC.

Un anno importante quello che sta per concludersi, un anno di forti cambiamenti secondo le parole del fondatore l’Ing. Franco Cordano, che ha visto crescere il suo team in modo esponenziale negli ultimi tre anni e ogni giorno, con passione e dedizione, crea valore e innovazione, sempre alla ricerca di nuove idee da proporre al mercato.